Con l’incontro di oggi, 19 dicembre, si è concluso il confronto fra Ministero e sindacati sul nuovo sistema di valutazione dei dirigenti scolastici. L’Amministrazione ha presentato una ulteriore bozza nella quale sono state recepite alcune richieste che erano state presentate dalla CISL Scuola, in particolare per quanto riguarda le situazioni di mancato raggiungimento degli obiettivi per cause non imputabili al dirigente scolastico. I direttori regionali potranno, sulla base di circostanziate evidenze documentali, attribuire comunque il punteggio, sebbene per un solo obiettivo.
Inoltre, è stato chiarita l’obbligatorietà per tutti i direttori regionali di definire un obietto regionale (eventualmente articolato in primo e secondo ciclo dell’istruzione) che si aggiungerà agli obiettivi definiti dai Direttori di dipartimento. È stata poi maggiormente articolata la rubrica di valutazione dei comportamenti professionali e organizzativi dei dirigenti scolastici, sebbene rimangano ancora opacità nella distinzione tra i cinque livelli di punteggio previsti.
È invece rimasto invariata la strutturazione generale del punteggio, che prevede un massimo di 100 punti, di cui 80 derivanti dal conseguimento degli obiettivi (70 per gli obiettivi definiti dai Capi di dipartimento e 10 per l’obiettivo definito dal direttore regionale) e ulteriori 20 punti attribuiti dai direttori regionali sulla base dell’apprezzamento dei comportamenti professionali.
Per la CISL Scuola quest’ultimo rimane un elemento molto critico, perché di fatto l’inserimento nella fascia più alta di punteggio (a partire dagli 80 punti) è possibile solo a seguito di intervento del direttore regionale.
Rimane inoltre un punto delicatissimo, ossia che gli obiettivi sono definiti annualmente con decreto interdipartimentale, senza alcun confronto con le rappresentanze sindacali, alle quali si prevede di rendere unicamente un’informativa. Si tratta di un aspetto cruciale, perché la definizione degli obiettivi deve tener conto delle modalità gestionali e del fatto che nella scuola le decisioni sono spesso assunte con procedure complesse che prevedono l’intervento degli organi collegiali.
Rispetto alle prime versioni del testo presentate dall’Amministrazione, è stata meglio definita la fase di contraddittorio in caso di valutazione non condivisa dal dirigente scolastico e sono state regolate le modalità di costituzione e di accesso all’Organismo di garanzia e anche le procedure di conciliazione.
Nonostante il lavoro di limatura e di proposta sostenuto dalle organizzazioni sindacali, tranne una che si è invece dichiarata entusiasta dell’impianto presentato, l’intero sistema evidenzia profonde criticità. Si tratta di un disegno che sembra più orientato a risolvere problemi di sostenibilità procedurale della valutazione che la sua reale efficacia e rispondenza alla rilevazione della professionalità del dirigente scolastico.
Il sistema di valutazione non sembra essere coerente né con l’ancora vigente DPR 80/2013 – che all’art. 3 lett. e) prevede che sia Invalsi a definire gli indicatori per la valutazione dei dirigenti scolastici – né con il quadro normativo relativo all’autonomia scolastica. Occorre infatti sottolineare che l’autonomia scolastica, costituzionalmente riconosciuta, caratterizza profondamente il lavoro del dirigente scolastico, distinguendolo nettamente da quello amministrativo. Il nuovo modello del sistema di valutazione, invece, è costruito guardando proprio alla dimensione esclusivamente amministrativa dell’attività, condizionata tra l’altro nei suoi processi più rilevanti dagli organi collegiali o dal concorso di altre professionalità. Il risultato è una valutazione del tutto gerarchizzata, che a parere della CISL Scuola presenta numerosi elementi di criticità:
• il valutato non partecipa alla definizione degli obiettivi
• non c’è rapporto alcuno tra valutato e valutatore
• non vi è una valutazione di prima istanza
• non è valutata la dimensione di leadership educativa
• non c’è alcuna relazione tra la definizione del contesto scuola e la valutazione del dirigente scolastico
• non si tiene conto delle differenti condizioni operative tra chi è all’inizio dell’incarico in una scuola e chi dirige da molti anni la stessa istituzione
• non vi è alcuna prospettiva di sviluppo professionale o di misure di supporto, nel quadro di una valutazione che non è orientata al miglioramento.
Per questi motivi la CISL Scuola ha chiesto con forza che questo disegno sia considerato solo come un primo approccio, assunto per rispondere alle esigenze evidenziate da Funzione pubblica per la corresponsione della retribuzione di risultato, ma certamente da modificare e migliorare a seguito di monitoraggio, i cui risultati devono comunque essere oggetto di confronto.