Gissi: apprezzabili le linee programmatiche di Bianchi, ora il Patto per la scuola e il nuovo contratto
Le linee programmatiche presentate dal Ministro Bianchi in audizione presso le Commissioni Cultura e Istruzione di Camera e Senato ci sembrano guardare nella direzione giusta. La scuola e il diritto allo studio come “bene comune”, il contrasto alla povertà educativa e la riduzione dei divari territoriali come obiettivi di un sistema del quale va preservato e rafforzato il carattere inclusivo, il confronto e l’integrazione con altri soggetti che agiscono in campo educativo sul territorio, sono tutti elementi che consentono fra l’altro di ridimensionare qualche paventato eccesso di “economicismo” da taluno riscontrabile nell’impostazione del PNRR, cui le linee programmatiche fanno diretto riferimento.
L’ambito di intervento delineato è molto esteso e una compiuta realizzazione di tutti i progetti va certamente oltre i margini temporali d’azione di questo Governo e della stessa Legislatura, per questo su molti aspetti profondamente innovativi vanno poste da subito importanti premesse, anche valorizzando il bagaglio di esperienze accumulato nel corso dell’emergenza pandemica per quanto riguarda la diffusione e il corretto utilizzo delle tecnologie informatiche, non sostitutive ma di arricchimento della didattica in presenza con un più efficace supporto all’innovazione metodologica. Bene anche la priorità riconosciuta alle aree più deprivate per quanto riguarda le azioni di potenziamento del tempo scuola, così come l’impegno a investire sul sistema integrato zerosei, a potenziare i percorsi post-secondaria, a rivedere in termini di più strette relazioni il rapporto fra scuola, università e ricerca, ad adeguare strutture edilizie in gran parte obsolete, attraverso un piano di nuove costruzioni e opportuni interventi di riqualificazione e valorizzazione del patrimonio esistente.
Per quanto riguarda le politiche del personale, su alcuni temi si impone la ripresa di un confronto a breve scadenza, perché legati a immediate urgenze, come nel caso del reclutamento e dell’accenno fatto a soluzioni transitorie per il personale “con esperienza di docenza a tempo determinato”. È chiaro che le indicazioni sono molto generiche, vi è quindi la necessità di una definizione più precisa e puntuale dei connotati di un nuovo sistema che abbia caratteri di stabilità e affidabilità. Al riguardo, il PNRR pone l’accento su un rafforzamento, “secondo modalità innovative”, dell’anno di formazione e prova, un approccio per noi condivisibile e che è presente anche nella nostra proposta in materia di reclutamento. Apprezzabile anche l’intento dichiarato di potenziare il ruolo della formazione in servizio, senza dimenticare però che si tratta di materia da disciplinare contrattualmente. Su questo, come su altri temi, sarà proprio il negoziato sul rinnovo del contratto a costituire un primo banco di prova delle buone intenzioni, e della volontà del Ministro di muoversi nel segno di un forte coinvolgimento della “comunità educante”, promuovendo “una politica di coesione, improntata al dialogo costruttivo e al confronto”. Prima ancora, ci attendiamo che si concretizzi nel più breve tempo possibile il Patto fra Governo e parti sociali che sarà al centro dell’incontro fra Ministro e sindacati convocato per giovedì 6 maggio.