Un passo in avanti importante per la promozione della cultura dell’inclusione, con particolare riferimento all’ampliamento del numero di docenti specializzati per l’attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità, è quello compiuto con la sottoscrizione del Protocollo d’Intesa tra Università degli Studi di Torino, la Regione Piemonte, l’Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte, l’Università del Piemonte Orientale e la Città Metropolitana di Torino, in collaborazione con i sindacati scuola regionali di CISL, CGIL e UIL.
Il Patto, presentato oggi alla stampa, prevede fra l’altro la costituzione di un Gruppo tecnico di Lavoro con l’obiettivo di sviluppare azioni di sistema tramite l’avvio di percorsi di formazione su focus specifici per incrementare il numero di docenti di sostegno specializzati e formare un pool di esperti sulla disabilità che potranno essere ambasciatori della cultura dell’inclusione sul territorio. Presentato, nell’ambito delle azioni previste dal Protocollo, il Corso di aggiornamento e formazione professionale “Esperto nei processi di inclusione scolastica”, finanziato dalla Regione Piemonte, che sarà attivato presso il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università degli Studi di Torino, finalizzato a formare i formatori del Corso per il conseguimento della specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità.
Si va insomma nella direzione auspicata di recente dalla CISL Scuola nel dossier “Per una scuola inclusiva”, nel quale si fa esplicito accenno al Protocollo del Piemonte come esempio di una concreta risposta alla necessità di incrementare un’offerta formativa, quella rappresentata dai corsi di specializzazione, da sempre largamente inferiore alla domanda e al fabbisogno.
«Aumentare il numero di docenti specializzati per l’attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità – ha dichiarato Stefano Geuna, Rettore dell’Università degli Studi di Torino – è una forte azione concreta per ampliare la cultura dell’inclusione, necessaria alla società di oggi, modello di una formazione fondata sulla persona in cui nessuno possa sentirsi escluso o considerato con minore attenzione».
«L’attivazione del corso ‘Esperto nei processi di inclusione scolastica – Scuola Secondaria – Anno Accademico 2020-2021’ – afferma Giuseppe Bordonaro, vice Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale Piemonte – finalizzato a formare i futuri docenti di laboratorio dei corsi di specializzazione sul sostegno, permetterà all’Università piemontese di ampliare la platea dei destinatari, assicurando alle scuole, agli studenti più fragili ed alle loro famiglie, docenti esperti e formati».
Maria Grazia Penna, segretaria generale della CISL Scuola Piemonte, sottolinea come la formazione iniziale ed il reclutamento di personale specializzato abbiano toccato in Piemonte minimi storici. «A titolo esemplificativo – ricorda la Penna – nella nostra regione per il 2020/21 erano possibili 2783 immissioni in ruolo e ne sono state effettuate solo 5 per la mancanza di personale specializzato. È quanto mai opportuna un’intesa che punta ad allargare la platea degli specializzati, e dunque è fortemente auspicabile una significativa partecipazione al CUAP, per garantire qualità nella formazione, oltre che per ampliare i possibili accessi ai futuri TFA per il sostegno».
Grande apprezzamento per l’intesa raggiunta in Piemonte con la firma del Protocollo lo esprime anche la segretaria generale CISL Scuola, Maddalena Gissi. «Un’intesa di grande rilevanza per i suoi contenuti e per gli strumenti che mette in campo, ma indicativa anche per il metodo grazie al quale è stato possibile costruire un risultato di quella portata. Una dimostrazione concreta di quanto si può fare attraverso il dialogo, il confronto e la concertazione fra soggetti diversi, unendo le risorse e le diverse competenze in un quadro di forte sinergia. L’obiettivo è chiaro, superare una condizione insostenibile che impedisce di formare un numero sufficiente di docenti specializzati per il sostegno. Mi auguro che l’esempio piemontese possa essere raccolto e messo in atto anche in altre realtà, penso anzi che possa e debba ‘fare scuola’ a livello più generale».
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